Cesare Lanza e “L’elogio del gioco d’azzardo” contro i moralisti
“Elogio del gioco d’azzardo” di Cesare Lanza (L’attimo fuggente) è un pamphlet che nasce da una reazione al moralismo imperante contro i giocatori, bersagliati da una campagna di criminalizzazione. Lanza si siede dalla loro parte, perché tutti gli altri posti sono occupati. Il problema non è l’uso del mazzo di carte (o delle fiches), ma l’abuso. Spiega il giornalista calabro-genovese:
“Il mio libro sul gioco nasce per un impulso simile a tanti altri che mi hanno animato nella vita: al centro, la reazione verso campagne di stampa ipocrite e moralistiche, senza fondamento. In questo momento i giochi e i giocatori sono al centro di una violenta ondata repressiva. Il mio intento è quello di dimostrare che il gioco, come qualsiasi altra abitudine che diventi dipendenza, è distruttivo solo in percentuali modestissime: come gli alcolisti, più o meno, di fronte al vino. Chi beve un buon bicchiere di bianco o rosso, o un dito di Porto, di cognac o di whisky a fine pasto, non è certo considerato come, genericamente, si descrive un ‘giocatore’, vil razza dannata…”
Il gioco, secondo Lanza, è un modo per imparare il difficile mestiere di vivere:
“Tutta la vita è un susseguirsi di sfide: dal momento in cui veniamo al mondo (mai per nostra volontà) e poi in ogni giorno e stagione, quando ci sposiamo, ci ammaliamo, corriamo in automobile, nuotiamo, concludiamo un affare, ecc. Chi gioca d’azzardo, senza eccessi, impara facilmente a saper vincere e saper perdere, cioè le regole che tormentano l’esistenza della maggior parte degli umani, indispensabili per raggiungere un equilibrio. Tutto questo, come si dice, e ovviamente molto altro, troverete nel libro. Aggiungo solo che il gioco nasce praticamente fin da quando si ha notizia della vita umana. Una ragione ci sarà…”.
L’appuntamento con la presentazione dell’Elogio del gioco d’azzardo è il 27 giugno, ore 10.30, in piazza Santa Chiara 14, a Roma.
“Siete tutti invitati, il teatro è abbastanza grande da accogliere amici vecchi e nuovi: quelli che la pensano come me sul gioco d’azzardo e quelli che detestano le mie idee (così, si potrà accendere un bel dibattito)”.
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