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La lettera di AS.TRO a 'La Sentinella' e la replica dell'associazione culturale

17 Febbraio 2016

Riceviamo e, volentieri, pubblichiamo, la replica proveniente dall’organismo ‘La Sentinella’ a seguito della lettera pubblica di AS.TRO dei giorni scorsi, in merito alla regolamentazione sui giochi del Comune di Bussolengo.
 
 

La lettera di AS.TRO a “La Sentinella”
Applaudire alle restrizioni orarie decretate dal Comune di Bussolengo, solo perché non si applicherebbero (il condizionale è d’obbligo) alle sale VLT, è un’operazione che fuoriesce dai contorni della seria riflessione “anti-abolizionista”, per materializzare un mero endorsement a favore dei luoghi dedicati al gioco.
Pur avendo sempre seguito con interesse il pregevole impegno dell’associazione, che sino ad ora si appalesava in termini di “civico interesse” (svincolato dai business), non si può non intervenire per rilevare l’erroneità totale dei presupposti sulla base dei quali la medesima ha ritenuto positiva l’iniziativa del Comune di Bussolengo.
Il primo luogo, distinguere il locale generalista (bar), dal locale dedicato esclusivamente al gioco (sala VLT), sulla base della possibile affluenza di utenza minorile all’interno del primo, significa non cogliere il senso dell’ordinanza del Comune in questione, mirata al contrasto della ludopatia, e non finalizzata alla prevenzione del gioco minorile.
E’ quindi inverosimile che un’azione di “contrasto” ai presunti effetti sanitari derivanti dall’uso di una slot legale di un tabaccaio, funzionante a un euro (con jackpot a 100 euro), possa definirsi coerente con l’obiettivo sanitario perseguito dal Sindaco, laddove spegne il congegno a moneta deviando l’utente verso una ipotetica prospiciente sala dedicata, (dove la VLT accetta puntate sino a 10 euro al colpo, promettendo jackpot sino a 500mila euro).
Se di tutela minorile, poi, si vuol parlare, lo si faccia coi dati:
Dalle ultime due ricerche Nomisma emerge chiaramente come “la slot terrestre” sia l’ultimo dei prodotti di gioco a cui i giovani (anche ultra-diciottenni) ambiscono, preferendo di gran altre forme di sfida alla sorte.
Dalle evidenze emergenti, a seguito dei controlli eseguiti dalle forze dell’ordine, bar e sale dedicate hanno la medesima (bassissima) incidenza di violazione del divieto sui minori, a testimonianza della sostanziale “equivalenza” delle due location nell’ottemperanza ai rispettivi obblighi (che per il bar è il divieto di gioco ai minori, mentre per la sala dedicata è il divieto di ingresso dei minori).
AS.TRO annovera molti iscritti dediti alla tenuta di sale dedicate, ed è in prima fila proprio nell’allestimento della formazione professionale dei preposti alle sale dedicate, per le quali auspica una costante evoluzione qualitativa del servizio, e una progressiva trasformazione della “percezione” territoriale verso un orientamento meno condizionato dagli stereotipi e dalla disinformazione.
Non per questo, tuttavia, si può accettare di esaltare un “asset” a discapito di un altro, e soprattutto di “alterare” il percorso logico di difesa del gioco lecito, che in quanto tale si applica a tutto il gioco autorizzato, e che si sostanzia in due semplici principi:
il gioco legale serve ad uno Stato “evoluto” per mettere in sicurezza una tipologia di offerta di servizio al pubblico, che non può essere rimessa ad operatori “clandestini” o “criminali” , e che dovrebbe potersi trasformare in un’occasione di finanziamento del “territorio” in cui si pratica (beni artistici – ambiente – istruzione).
il gioco legale può provocare conseguenze sanitarie tranquillamente gestibili dalla tecnologia, attraverso la modifica dei criteri di esercizio dei congegni, e di distribuzione delle altre offerte.
Lungi da AS.TRO, pertanto, l’idea di demonizzare le sale dedicate, a favore dei locali generalisti, ma solo fermezza di principi: le sale necessitano ancora di formazione ed evoluzione, in quanto ospitano prodotti “altamente” sensibili, ed è auspicio di tutti che possano presto essere poste nelle condizioni di presentarsi ai territori come locali tanto “friendly” , quanto “solari.
Applaudire all’ordinanza di Bussolengo è quindi “sbagliato” per il semplice fatto che in tal modo si mina il primissimo principio su cui si fonda il gioco lecito, ovvero il contrasto al gioco illegale e il mantenimento della possibilità – per l’utenza – “di spendere anche un solo euro” ad un prodotto di gioco legale, senza per questo “dover scegliere” di essere un gambler “da sala”.
L’invito che si rivolge alla Sentinella è quindi quello di “riabbracciare” il senso del pensiero anti-abolizionista, che per definizione non può privilegiare degli “asset”, ma deve prodigarsi per far comprendere, e quindi tutelare, “le mission” del gioco lecito.
Associazione “La Sentinella” replica ad “AS.TRO”
Leggiamo con interesse, ma anche con stupore, la replica al nostro comunicato da parte dell’Associazione di Confindustria AS.TRO.
E’ necessaria una precisazione.
“La Sentinella” è un’associazione culturale di ispirazione cattolica che si occupa della società, con particolare attenzione nei confronti dei più deboli.
Il tono perentorio della nota diffusa da AS.TRO. non ci piace affatto, in quanto sostenere una linea di mediazione tra sociale, economia e istituzioni come abbiamo fatto fino ad oggi non significa affatto sostenere la linea del mondo delle categorie legate al gioco, ma anzi.
Essere redarguiti talvolta dalle associazioni di categoria dei gestori delle slot machines, talvolta dalle istituzioni e dai politici proibizionisti, non può che onorarci e dimostrare la nostra indipenza, nonchè affermare il nostro ruolo sociale di fondamentale mediazione tra tutti gli strati e le categorie della società italiana.
Il nostro obiettivo è quello che ci sia una corretta conoscenza e regolamentazione del gioco in Italia, sia in un’ottica contraria al proibizionismo che contraria al completo neoliberismo in materia.
Sono infatti entrambe visioni estreme pericolose in egual misura.
Ancora nel merito:
Il Comune di Bussolengo ha deciso di provare a contrastare la ludopatia semplicemente distinguendo l’offerta del gioco dai pubblici esercizi alle sale dedicate.
Nei primi, non potendo vietare la vendita dei giochi quali i Gratta e vinci o le lotterie statali, ha limitato l’attività delle slot machine in una determinata fascia oraria.
Lo ha sicuramente fatto in quanto, pur non potendo tali giochi essere praticati dai più giovani, l’accesso ai pubblici esercizi è a loro comunque permesso, e pertanto il fatto di non vedere in
attività le slot machine è comunque un deterrente.
Non dimentichiamo inoltre che, ad oggi, il personale addetto ai pubblici esercizi, pur essendo a contatto con il giocatore, non necessita di alcun tipo di formazione; immaginiamo pertanto che il
Sindaco del Comune di Bussolengo abbia agito anche conscio di ciò.
Diverso è invece il caso delle sale dedicate (88 Tulps) nelle quali, a differenza dei pubblici esercizi, non solo è vietato il gioco ai minori, ma anche l’accesso.
Pertanto, a differenza delle decine di comuni in tutta Italia che hanno deciso di spegnere tutte le macchine da gioco, siano installate nei bar che nelle sale dedicate, il Comune di Bussolengo ha compreso che il proibizionismo è un grave errore e tutti dovremo aprezzarlo.
In secondo luogo il Sindaco di Bussolengo ha agito con saggezza e lungimiranza, perchè ha agito di testa propria, senza voler far perte di quell’orda di Sindaci che, sorretti l’un l’altro si autoconvincono di essere nel giusto, senza minimamente documentarsi e senza alcun confronto costruttivo con le associazioni espressioni del tessuto sociale.
Ribadiamo pertanto senza indugi il nostro sostegno alla scelta messa in campo dal Comune di Bussolengo, auspicando venga presa d’esempio da quante più realtà locali possibile.
Cordiali saluti e grazie,
Il Presidente
Luigi Nevola

 

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