LEGGE REGIONALE PIEMONTE: PUCCI (PRESIDENTE AS.TRO) SCRIVE A LA STAMPA TORINO
Pubblichiamo di seguito la lettera di replica– a firma del Presidente Astro, Massimiliano Pucci – in riferimento all’articolo pubblicato lo scorso 5 maggio 2023 sul quotidiano La Stampa ed. Torino, dal titolo “Piemonte, record di slot machine la nuova legge è un boomerang”, a firma di Bernardo Basilici Menini.
“Bologna, 8 maggio 2023
Egregio Direttore,
in qualità di associazione di rappresentanza degli operatori del gioco legale (aderente a Confindustria SIT), intendiamo, con la presente, esporre alcune nostre osservazioni in merito all’articolo, a firma di Bernardo Basilici Menini (dal titolo <<Piemonte, record di slot machine la nuova legge è un boomerang), pubblicato nella cronaca di Torino, sull’edizione del 5 maggio 2023 del vostro quotidiano.
Dall’articolo in esame emerge una dura critica della legge regionale 19/2021 che, in materia di contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo patologico, ha abrogato e sostituito la legge regionale 9/2016.
La presa di posizione dell’autore dell’articolo (coincidente con quella del segretario regionale del PD Domenico Rossi), partendo dal presupposto che la legge 19/2021 avrebbe interamente liberalizzato l’offerta di gioco mediante apparecchi, finisce poi per sostanziarsi nell’enfatizzazione di quello che sarebbe l’effetto di tale <<liberalizzazione>>: l’aumento del 10,3% del numero di << macchinette>> rilevato nel 2021.
Osserviamo, preliminarmente, che il presupposto da cui prende le mosse il ragionamento dell’autore è errato.
La legge 19/2021 non ha affatto <<liberalizzato nuovamente il settore>> ma ha solamente eliminato la retroattività prevista dalla precedente legge 9/2016, per effetto della quale sono state chiuse migliaia di attività già insediate nel territorio sulla base di regolari autorizzazioni (che, paradossalmente, sarebbero tuttora efficaci per l’ordinamento statale) e sono andati persi posti di lavoro che la CGIA Mestre ha stimato, per difetto, in oltre 2mila persone.
Sempre in linea con il principio della salvaguardia delle posizioni giuridiche legittimamente acquisite, la legge 19/2021 aveva aperto una finestra temporale di cinque mesi (dalla sua entrata in vigore, il 15 luglio 2021, al 31 dicembre dello stesso anno) entro la quale i titolari degli esercizi che avevano dismesso gli apparecchi per effetto della legge 9/2016 potevano chiedere la reinstallazione dei medesimi (in numero non superiore a quelli detenuti prima della disinstallazione).
Da tale clausola di salvaguardia sono comunque stati esclusi gli esercizi generalisti (come, ad esempio, i bar) fatta eccezione per le tabaccherie.
Quindi, l’aumento del 10% rilevato nell’anno 2021, può essere in gran parte ricondotto all’esercizio di tale facoltà di reinstallazione che però, a partire dal 1° gennaio 2022, non è più consentita.
Un corretto approccio analitico avrebbe inoltre consentito di evidenziare che questo aumento del 10% compensa solo in minima parte la perdita del 58,5% degli apparecchi (fonte CGIA Mestre), avvenuta (nel periodo tra il 2016 e il 2019) per effetto della precedente legge.
Alla prevedibile obiezione secondo cui la perdita del 58,5% di apparecchi certificherebbe l’efficacia della legge 9/2016, si può facilmente rispondere che la dichiarata finalità di quella legge non era quella di far chiudere le imprese del gioco legale ma quella di prevenire il gioco d’azzardo patologico.
La stessa relazione valutativa della legge 9/2016, presentata dalla Giunta Regionale (allora in carica) nel gennaio 2021, ha però certificato la sostanziale inefficacia di tale legge nella lotta alla ludopatia.
Infatti, in essa si evidenziava che il numero di pazienti in cura presso i SerD, nel periodo monitorato (2012-2019), presentava un andamento altalenante che si attestava comunque su un numero di circa mille persone, con una media di 1.225 unità.
La tendenza di lieve e costante decrescita, evidenziata nella relazione, inizia dal 2015 (anno in cui è rilevabile il picco in ascesa) e quindi non può essere ricondotta alla legge 9/2016, i cui effetti sull’offerta di gioco mediante AWP hanno iniziato a dispiegarsi soltanto alla fine del 2017, mentre quelli relativi alle VLT e alle scommesse soltanto a metà dell’anno 2019 e in parte (per le attività munite di autorizzazione decorrente dal 1° gennaio 2014) dovevano ancora manifestarsi.
Ad ulteriore smentita della asserita “liberalizzazione” determinata dalla legge 19/2021, rileviamo che detta legge ha mantenuto il c.d. “distanziometro” per le attività sorte successivamente alla sua entrata in vigore, riducendo la distanza minima dai luoghi sensibili da 500m a 400m (per i comuni con popolazione superiore a 5mila abitanti) sulla base della obiettiva osservazione che il combinato effetto dell’elevato numero dei luoghi sensibili (e quindi la loro capillare diffusione sul territorio) e l’elevata distanza minima da essi, stava determinando, di fatto, l’espulsione del gioco legale dal territorio.
L’elencazione dei “luoghi sensibili” è stata poi razionalizzata: la vecchia legge attribuiva, ad esempio, la natura di luogo sensibile anche alle scuole dell’infanzia e alle scuole primarie, come se i bambini da zero a dieci anni potessero approfittare della vicinanza di una sala giochi per recarsi a giocare alle slot. La nuova legge ha invece ragionevolmente riservato (nell’ambito degli istituti scolastici) la natura di luogo sensibile alle sole scuole secondarie.
Sono stati invece mantenuti, come “sensibili”, quei luoghi destinati ad ospitare soggetti particolarmente vulnerabili (da un punto di vista del rischio di incorrere in dipendenze patologiche).
Nell’articolo non si fa invece alcuna menzione delle ricadute negative sulla tutela della legalità che possono derivare dalla espulsione del gioco legale dal territorio (auspicata dal PD).
Segnaliamo, infatti, che, sul piano della legalità, la legge 9/2016 aveva generato i seguenti effetti (fonte CGIA Mestre sulla base dei dati della Guardia di Finanza):
<<1) I soggetti verbalizzati (in Piemonte – N.d.r.) sono passati dai 284 del 2016 a 799 nel 2019, con un incremento del 181%. Il tasso di positività dei controlli è tendenzialmente in crescita. In forte crescita è, rispetto al 2016, il numero degli apparecchi sequestrati.
2) L’imposta evasa recuperata (che, dato il regime fiscale e di controlli riguardanti il gioco legale, non può che essere ricondotta al “nero” del gioco illegale – N.d.r.) è passata da 477 mila euro del 2016 a oltre 4,5 milioni di euro nel 2018>>.
La segretaria del PD Elly Schlein ha di recente motivato la battaglia del suo partito per la legalizzazione della cannabis sulla necessità di sottrarre questo mercato dalle mani della criminalità.
Anche alla luce di tale indiscutibile motivazione, fatichiamo a comprendere la posizione del PD, il quale, non volendo prendere un’esplicita posizione proibizionista nei confronti del gioco (difficilmente conciliabile, in termini di coerenza, con l’antiproibizionismo riservato alla cannabis), intende attuarla, nei fatti, provocando la morte per consunzione delle imprese che, per conto dello Stato, sono autorizzate ad esercitare l’offerta di gioco, senza prendere in alcuna considerazione le conseguenza di questa scelta sulla salvaguardia della legalità.
RingraziandoLa per l’attenzione prestataci, porgiamo i nostri migliori saluti.
Il Presidente Assotrattenimento 2007 – ASTRO (Confindustria SIT)
Massimiliano Pucci”