LIGURIA: AS.TRO IN AUDIZIONE IN COMMISSIONE ANTIMAFIA
Autorizzazioni specifiche, controlli continui sulla filiera, verifica della clientela, segnalazione delle operazioni sospette. Questi alcuni degli obblighi che le attività di gioco sono tenute a seguire e che sono stati illustrati oggi da As.Tro nell’audizione in Commissione Antimafia del Consiglio Regionale della Liguria.
All’ordine del giorno, l’approfondimento sul fenomeno del gioco nella regione ed il rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata.
Un tema tornato d’attualità negli ultimi mesi in consiglio regionale, a cui oggi hanno fatto seguito i chiarimenti dell’avvocato di As.Tro, Isabella Rusciano, accompagnata dal responsabile per la Liguria, Massimo Della Seta e da Massimo Piozzi, legale del Centro Studi As.Tro.
<<Si tratta di uno settori più regolamentati e proprio la severità delle norme è un’arma potente contro le infiltrazioni criminal>>, ha spiegato l’avvocato Rusciano. Tra le procedure a cui sono tenuti gli operatori c’è la verifica tecnica degli apparecchi da gioco, da parte dell’Agenzia Dogane e Monopoli, per accertarne la conformità ed evitare manomissioni. Il tutto dopo un iter amministrativo che deve portare all’autorizzazione dei Comuni, quella delle Questure e l’iscrizione ad un elenco speciale di Adm. Dettagliatissime anche le norme antiriciclaggio, che prevedono la tracciabilità di tutte le operazioni, l’invio di “alert” alla UIF (l’Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia) in caso di operazioni anomale e la valutazione attenta dei clienti.
<<In tale contesto risulta evidente che la criminalità trae vantaggio quando si limita l’offerta legale, che invece presenta una serie di paletti molto complicati da aggirare>>, ha proseguito l’avvocato Rusciano.
Nel corso dell’audizione, l’associazione ha anche presentato una memoria per il contrasto alla ludopatia: in questo senso, si legge, è auspicabile una “soluzione equilibrata” che tuteli il giocatore e preservi le aziende legali: tra le proposte di As.Tro, la certificazione degli esercizi che offrono gioco, la formazione degli operatori, la sottoscrizione di protocolli con i presidi sanitari, regole sulla visibilità dell’offerta. Importante anche l’adozione di un registro di esclusione ed autoesclusione dei soggetti a rischio ed una previsione normativa che consenta agli esercenti di allontanare i giocatori che manifestano segni evidenti di dipendenza.
Il tutto per arrivare a promuovere <<la cultura del gioco sotto il profilo della sostenibilità e della responsabilità>>. Un tale sistema, conclude l’avvocato Rusciano, avrebbe <<al suo interno, gli anticorpi sufficienti per far fronte alle derive costituite dall’illegalità e dalle dipendenze>>.