MASSIMILIANO PUCCI (PRESIDENTE AS.TRO) REPLICA ALLA GAZZETTA D’ALBA
Pubblichiamo di seguito la lettera– a firma del Presidente Astro, Massimiliano Pucci –in riferimento all’articolo pubblicato nell’edizione di ieri 31 maggio 2023 del quotidiano Gazzetta D’Alba con il titolo <<Ludopatia: ogni giocatore spende 4.500 euro l’anno>>.
“Bologna, 1° giugno 2023
Egregio Direttore,
in veste di associazione di rappresentanza degli operatori del gioco legale (aderente a Confindustria SIT), intendiamo, con la presente, esporre alcune osservazioni e chiedere dei chiarimenti in merito all’articolo pubblicato nell’edizione di ieri del Vostro giornale con il titolo <<Ludopatia: ogni giocatore spende 4.500 euro l’anno>>.
Il fenomeno della dipendenza da gioco costituisce senza dubbio un problema socio-sanitario preoccupante.
Ogni iniziativa diretta a prevenirlo, comprese le campagne educative o di sensibilizzazione della popolazione (come quelle a cui si fa riferimento nell’articolo), merita quindi un incondizionato apprezzamento.
Ciò che, in termini generali, ci lascia invece fortemente perplessi è quando la dimensione del problema viene descritta attraverso la diffusione, in toni artatamente allarmistici, di dati economico-contabili non veritieri o elaborati in modo scorretto.
Nel caso dell’articolo in esame, i dati contabili pubblicati sono, in sintesi, i seguenti: i piemontesi spendono sei miliardi l’anno per il gioco (4.500 euro annui pro capite se si considerano solo i giocatori, 1.500 euro annui pro capite se si divide la somma per il numero degli abitanti della Regione).
Posto che nell’articolo non sono indicate le fonti da cui sono stati ricavati i suddetti dati e neanche il periodo a cui si riferiscono, per verificarne la correttezza occorre comunque tener conto di due premesse metodologiche:
1) la spesa per il gioco è data dalla differenza che si ricava sottraendo dall’ammontare complessivo delle somme puntate dai giocatori le somme dagli stessi riscosse a titolo di vincite. Tale criterio, oltre a essere fondato su elementari principi logici, è quello utilizzato dalla Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) nella ripartizione dei dati economici riguardanti il gioco. Quindi, chiunque attinga ai dati di ADM è in grado di apprendere facilmente, attraverso la lettura de relativi grafici, la differenza quantitativa tra il “giocato” e la “spesa”. Ne consegue che definire come “spesa” ciò che invece rappresenta il “giocato” non può che costituire un’intenzionale descrizione fuorviante della realtà.
2) Gli unici dati contabili ufficiali in materia di gioco sono quelli pubblicati da ADM, la cui ultima pubblicazione (suddivisa per regioni, provincie e comuni) risale però al 2019.
Ebbene, tenuto conto di tali premesse, dai dati di ADM riguardanti la regione Piemonte risulta che la spesa complessiva per il gioco ammontava -nel 2019- a 1,04 miliardi di euro (quindi non 6 miliardi), che, suddivisa per il numero di abitanti, corrisponde a 254 euro annui pro capite (0,70 euro al giorno) e non a 1.500 euro pro capite, come invece riportato nell’articolo.
Se poi si vuole suddividere la spesa complessiva per l’asserito numero dei giocatori, quantificati nell’articolo in un 1,3 milioni di cittadini (senza, peraltro, alcuna indicazione su come sia stato ricavato questo numero), la spesa pro capite ammonterebbe a 800 euro annui pro capite (2,19 euro al giorno) e non a 4500 euro, come invece riportato nell’articolo.
Vista la notevole discrepanza tra i dati da Voi pubblicati e quelli che risultano dall’ultima pubblicazione sul sito istituzionale di ADM, Vi chiediamo cortesemente di fornirci la documentazione dei diversi dati di ADM da cui sarebbero stati ricavati i numeri Voi indicati.
Le suddette nostre precisazioni non sono finalizzate a voler sminuire la gravità del fenomeno della ludopatia ma, al contrario, a sottolinearne la serietà.
Infatti, la diffusione di dati scorretti ingenererebbe il sospetto di non essere difronte ad una reale intenzione di voler affrontare seriamente il problema della dipendenza da gioco ma di essere soltanto al cospetto della volontà di perseguire, attraverso forzature propagandistiche, una battaglia etico-ideologica (di stampo meramente proibizionista) finalizzata all’abolizione del gioco legale e al conseguente ritorno al mercato clandestino degli anni ’90.
L’amara consapevolezza che questa linea politica condurrebbe, in sostanza, a “rimettere la polvere sotto il tappeto” verrebbe così compensata dalla soddisfazione di essere riusciti a dare attuazione ai propri principi etici.
Saremmo perciò ben contenti di essere smentiti, rispetto a tali considerazioni, attraverso la messa a nostra disposizione delle fonti documentali idonee a dare conferma dei dati riportati nell’articolo e della correttezza metodologica della loro elaborazione.
Ringraziando anticipatamente, porgiamo cordiali saluti.
Il Presidente Assotrattenimento 2007 – ASTRO (Confindustria SIT)
Massimiliano Pucci”