MASSIMILIANO PUCCI (PRESIDENTE AS.TRO) SCRIVE AL CORRIERE DELLA SERA
Pubblichiamo di seguito la lettera di replica– a firma del Presidente Astro, Massimiliano Pucci –in riferimento all’articolo apparso il 21 maggio 2023 sull’edizione milanese del Corriere della Sera con il titolo <<Rho capitale del gioco d’azzardo ma ecco il patto anti slot – machine>>.
“Bologna, 22 maggio 2023
Egregio Direttore,
in qualità di associazione di rappresentanza degli operatori del gioco lecito (aderente a Confindustria SIT) abbiamo letto con molta attenzione l’articolo, a firma Giovanna Maria Fagnani, apparso il 21 maggio 2023 sull’edizione milanese del vostro quotidiano con il titolo <<Rho capitale del gioco d’azzardo ma ecco il patto anti slot – machine>>.
Apprezziamo molto le iniziative finalizzate alla <<promozione del gioco positivo e dell’aggregazione responsabile>>, come pure riconosciamo l’indiscutibile opportunità di qualsiasi iniziativa finalizzata alla prevenzione della dipendenza da gioco.
Non ci sembra però che giovi ad un serio approccio del problema una rappresentazione dei dati economici che, così come riportata nell’articolo, appare del tutto fuorviante.
Riprendendo, infatti, gli ultimi dati (suddivisi per ciascun comune) disponibili sul sito di ADM e relativi al 2019, essi riportano, per il comune di Rho, una raccolta complessiva (riguardante tutte le tipologie di gioco fisico e quindi non solo le slot) pari a 78 milioni di euro e non 110 milioni, come invece riportato nell’articolo, con una spesa (data dalla differenza tra la raccolta e le vincite) pari a 19 milioni di euro che, se osservata suddividendola per il numero di abitanti, ammonta a 380 euro pro capite annui (1,04 euro al giorno, meno del costo di un caffè, per tutte le tipologie di gioco terrestre).
Non ci risulta, invece, che l’Istituto Superiore di Sanità abbia diffuso dati, scorporati per ciascun comune, dai quali sarebbe possibile evincere (come scritto nell’articolo) che nel Comune di Rho ci siano 19.600 giocatori, di cui 590 affetti da dipendenza e altri 560 a rischio, 1300 giocatori under 18 di cui una “quarantina” affetti da dipendenza.
Chiediamo, pertanto, alla vostra testata di fornirci cortesemente questi ultimi dati, per noi fondamentali, oltre che per verificarne la correttezza e le relative note metodologiche, anche per mere finalità conoscitive e di ricerca.
Sarebbe infine interessante conoscere il motivo per cui si utilizzano dati economici che riguardano tutte le tipologie di gioco terrestre (come, tra le altre, i Gratta e vinci, il 10 e Lotto, il Lotto e le altre lotterie istantanee, ecc.) al fine di invocare restrizioni (come le restrizioni orarie di cui si parla nell’articolo) che sembrano però dover riguardare soltanto le slot-machine, salvaguardando, invece, le altre tipologie di gioco.
Contestiamo, inoltre, l’illusione velleitaria secondo la quale la soluzione dei problemi legati alla dipendenza da gioco passi attraverso l’eliminazione del sistema del gioco pubblico legale.
Argomentando a contrario, si dovrebbe infatti ritenere che il gioco clandestino (gestito dalla criminalità), il quale soppianterebbe il gioco legale espulso dai territori, non sarebbe (per quanto deprecabile) foriero di generare fenomeni di dipendenza. Qualsiasi tesi che si muovesse in tal senso sarebbe però totalmente priva di qualsiasi credibilità.
La nobile ambizione di voler << costruire una comunità capace di proteggere i più giovani garantendo loro una crescita sana e serena>> passa, certamente, anche attraverso la prevenzione della dipendenza da gioco.
Purtroppo, infatti, la nobile ambizione di costruire una comunità che salvaguardi una crescita sana e serena dei giovani (invocata nella dichiarazione riportata nell’articolo) non potrà, a nostro sommesso avviso, realizzarsi pienamente se circoscritta nel solo intento di eliminare le slot legali (peraltro molto poco utilizzate dai giovani, i quali preferiscono il canale digitale anche per giocare), trascurando gli altri fenomeni che stanno attentando alla salute e alla serenità delle nuove generazioni. Oltre all’alcol e agli stupefacenti, si pensi ai gravi danni riconducibili a quei fenomeni emulativi ed estranianti riconducibili alla distorta rappresentazione della realtà generata dall’uso compulsivo dei social network.
Non si tratta di fare del “benaltrismo” ma, semplicemente, di auspicare, con spirito costruttivo, l’ingresso, nel dibattito pubblico, anche di questi temi ulteriori, dal quale risultano, al momento, del tutto assenti (soprattutto quello, di origine più recente, legato al ruolo dei social in alcuni fenomeni che stanno inquinando la serenità delle nuove generazioni).
Si tratta, in altri termini, di un invito alla politica, agli organi di informazione e all’associazionismo ad analizzare la realtà giovanile nel suo complesso, affrontando i problemi derivanti da questi ulteriori e pericolosi fenomeni, con la stessa enfasi ed energia (legittimamente) dedicate ai problemi correlati al gioco, con i quali, peraltro, spesso si intrecciano in un reciproco rapporto di causa-effetto.
Rimanendo a disposizione per ogni eventuale approfondimento dei temi trattati, porgiamo i nostri migliori saluti.
Il Presidente Assotrattenimento 2007 – ASTRO (Confindustria SIT)
Massimiliano Pucci”