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PRESENTAZIONE DEL REPORT CGIA MESTRE: L’INTERVENTO DI ISABELLA RUSCIANO (AS.TRO)

14 Ottobre 2024

Pubblichiamo di seguito l’intervento integrale dell’avv. Isabella Rusciano (AS.TRO) che ha introdotto i lavori dell’evento dedicato alla Presentazione dello “Studio sul settore dei giochi in Italia 2023 – Focus su apparecchi con vincita in denaro e online”, realizzato dalla CGIA Mestre in collaborazione con ASTRO, che si è tenuto il 10 ottobre 2024 a Roma, presso Palazzo Wedekind.

 

“Astro e CGIA Mestre, a partire dal 2019, hanno siglato un accordo per l’elaborazione di report ed analisi sul settore dei giochi pubblici in Italia, un rapporto di collaborazione che quest’anno è stato rinnovato, e rinsalda ancora di più la partnership tra la nostra Associazione ed uno degli enti di ricerca più autorevoli nel panorama nazionale.

  • LA LEGISLAZIONE PER PERCEZIONE

L’obiettivo è stato -sin dall’inizio- quello di scattare una fotografia sulla portata economica del comparto.

Il nostro punto di partenza, la consapevolezza che, troppo spesso, il dibattito pubblico sul gioco soffrisse la carenza, se non addirittura l’assenza, del supporto basato su dati obiettivi e numeri reali, e fosse invece permeato da una componente ideologica o peggio ancora, da intenti propagandistici che -proprio perchè non corroborati da evidenze oggettive- non hanno fatto altro che alimentare un’idea negativa del gioco, producendo misure frutto di punti di vista relativi, frutto di percezioni.

Probabilmente siamo stati il primo esempio -o forse le prime vittime dovremmo dire- di una sorta di ‘Legislazione per percezioni’ (passatemi il neologismo): cavie di una nuova tecnica di redazione normativa che poggia le sue fondamenta su percezioni, su sensazioni quindi soggettive, sul sentito dire, e questo non ha fatto altro che produrre risposte istintive, quasi di pancia, a volte propagandistiche che non hanno portato di certo ai risultati sperati. 

In realtà, questa è una tendenza che inizia a registrarsi in molte delle società moderne: trattare e regolamentare fenomeni, il più delle volte complessi e quindi delicati, senza alcun approfondimento, senza alcuna analisi, senza alcun confronto. Quando rifletto su questo mi vengono sempre in mente  le parole di G.B Shaw “per ogni problema complesso c’è una soluzione semplice che però è sbagliata”.

Ecco, quindi, che con il Report CGIA Mestre (a partire dalla sua prima edizione) -anche e soprattutto per la metodologia e l’approccio scientifico con cui viene portato avanti-  si è cercato di fornire un contributo utile al dibattito pubblico sul gioco, proprio per l’oggettività dei dati e delle analisi contenuti al suo interno e, per certi versi, è diventato un vero e proprio strumento ‘di difesa’ a disposizione degli operatori di gioco.

  • CRISI DEI CORPI INTERMEDI

Strumento oggi essenziale, quasi indispensabile se solo consideriamo lo scarso coinvolgimento dei rappresentanti del settore nei processi decisionali, una vera e propria crisi -sia a livello centrale che locale- tra i legislatori ed i corpi intermedi, e questo di certo non fa bene a nessuno. 

Uno degli esempi più lampanti di questa crisi è rappresentato dall’Osservatorio nazionale sulla dipendenza da gioco -istituito con il compito di monitorare il fenomeno e le azioni per farvi fronte- che recentemente è stato ricostituito: ora, se un ente che dovrebbe essere terzo ed ha anche un ruolo decisivo di orientamento, è composto dai più svariati rappresentanti (molti dei quali apertamente schierati contro il mondo del gioco legale), ma non include nessun rappresentante del comparto gioco è facile prevedere che direzione potrà seguire e che indicazioni potrà dare. 

Permettetemi la battuta: si sarebbe potuto chiamare Comitato per lo smantellamento del gioco legale se non ci fosse stata Adm…anzi, facciamo molto affidamento sull’Amministrazione per riequilibrare le posizioni di un ente che, altrimenti, partirebbe già con un’impronta ideologica piuttosto chiara.

  • LA SOSPENSIONE DELL’INCREDULITA’

Quello che abbiamo visto accadere nel mondo del gioco, soprattutto negli ultimi anni, è stato quasi come assistere ad una finzione, una messa in scena, un film, qualcosa di incredibile -peccato non lo fosse-.

Quando ci hanno detto che il disturbo da gioco d’azzardo poteva essere fronteggiato con distanziometri o limiti orari, quando ci hanno detto che non era rischioso per la legalità espellere dai nostri territori i punti di gioco autorizzati, noi abbiamo anche assecondato l’idea -ovviamente subendola nostro malgrado-, ci siamo detti “vediamo se funzionano queste misure, vediamo dove portano”.

In fondo è come se fossimo stati indotti verso quello che Coleridge chiamava ‘patto di sospensione dell’incredulità’, quello che accade quando leggiamo un fantasy o guardiamo un film di fantascienza: in questi casi, viene stretto un patto in cui il lettore o il pubblico accettano di sospendere la propria incredulità. Iniziamo a credere a tutto, anche a quello che reale non è: se da un lato il pubblico lascia da parte la pretesa di trovarsi di fronte ad un mondo che funziona in modo identico a quello reale, dall’altro lo scrittore o lo sceneggiatore si impegna a creare una storia che abbia una sua coerenza interna, nonostante in alcuni passaggi o elementi trascenda la realtà. Un po’ quello che abbiamo accettato di fare noi.

Ma ad un certo punto, quando abbiamo iniziato a vedere misure come i cimiteri che venivano considerati luoghi sensibili -quasi come se gli zombie potessero giocare- o gli asili nido -immaginando neonati gattonare verso una sala gioco-, o abbiamo letto di ordinanze orarie che consentivano il gioco solo per un’ora al giorno (San Lazzaro) o, addirittura, esclusivamente di notte (Ventimiglia), il patto si è rotto, si è raggiunto un punto in cui non si poteva più credere a quella storia.

E questo patto si è rotto, tra l’altro, all’interno di un sistema di cose per cui oggi abbiamo limiti di accesso ai dati sul gioco ma l’accesso è invece consentito agli operatori sanitari che piuttosto avrebbero bisogno e necessità di consultare una banca dati con i numeri sui dati sanitari legati alle dipendenze, ad oggi inesistente in Italia. 

I problemi -se esistono- si risolvono con il confronto, non con le contrapposizioni; facendo sintesi e non rimanendo su posizioni granitiche e miopi.

Perchè se il gioco è un problema questo deve emergere dai numeri, allora sì, si può pensare di abolirlo ma se i contrappesi del gioco valgono positivamente in termini erariali, di occupazione, di legalità allora va regolamentato, e nel migliore dei modi.

Ecco perché -torno a dirlo- il report della CGIA Mestre oggi riveste una valenza essenziale, è diventato uno strumento indispensabile a disposizione degli operatori ma anche delle istituzioni e dei decisori politici: ci fornisce quei numeri, quei dati e quei trend che ci dimostrano che il comparto del gioco legale non è una piaga da debellare, quei numeri ci dimostrano che possiamo a pieno titolo fare parte del Sistema Paese.

Ecco perché ringrazio CGIA Mestre che ogni anno è in grado di fornirci un lavoro solido e strutturato perché si fonda sui numeri reali, e prezioso perché proprio grazie a quei numeri si è in grado di rappresentare l’importanza di questo settore e delle migliaia di persone che operano all’interno.

  • LIBRO DA COLLEZIONE

Cercheremo di diffondere questo Report il più possibile, e lo faremo partendo dai nostri territori fino ad arrivare alle più alte Istituzioni, e cercheremo di farlo nella maniera più efficace. E proprio per farlo nella maniera più efficace, quest’anno abbiamo pensato ad una nuova modalità di fruizione dello Studio: un libro da collezione (anche in versione digitale e personalizzabile) che contiene l’intero lavoro della CGIA Mestre -che verrà aggiornato ogni anno- ed è corredato da un’Appendice sulle Regioni con un quadro sinottico delle leggi regionali attualmente vigenti in Italia, aggiornate con le ultime modifiche normative (che continuano ad esserci, vedi l’esempio della Regione Veneto quest’estate), e che mi piacerebbe presentare attraverso un video.

  • RINGRAZIAMENTI

Ci tengo a ringraziare personalmente, e a nome dell’Associazione che oggi mi pregio di rappresentare, l’intera Amministrazione, oggi presente con il Dott. Lollobrigida e la Dott.ssa Poso, per il lavoro e lo sforzo che quotidianamente mettono in campo -forse nella sfida più difficile- alla ricerca di una sintesi capace di riequilibrare i vari interessi in gioco, tutti meritevoli di tutela.

Un ringraziamento al Dott. De Fabritiis che ci offrirà sicuramente degli spunti interessanti per analizzare al meglio il comparto del gioco, in particolare quello online.

Ed, infine, un ringraziamento particolare a Andrea Vavolo, Daniele Nicolai e Renato Mason che, in questi anni di collaborazione, sono stati capaci di far crescere la comunità astrina, partendo da me che ho avuto la fortuna ed il privilegio di poterci lavorare direttamente, in prima persona.”

 

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